Il CTNA intervista il Direttore Generale dell’ASI Luca Vincenzo Maria Salamone

CTNA intervista salamone

Intervista del CTNA al Direttore Generale dell’ASI Luca Vincenzo Maria Salamone.

Lei è diventato Direttore Generale dall’Agenzia Spaziale Italiana dopo un importante percorso nella Difesa, prima, e successivamente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri dove, tra l’altro, ha raggiunto l’importante obiettivo di coordinare i lavori di redazione e successiva approvazione del primo “Piano Nazionale del Mare”, documento altamente strategico che il nostro Paese aspettava da oltre vent’anni. In generale, dopo un lungo percorso nell’Amministrazione dello Stato e in virtù di tutte le esperienze finora maturate, qual è il personale contributo che ha intenzione di dare alla crescita dell’ASI?

“Certamente aver avuto l’onore e il privilegio di lavorare per diverse amministrazioni dello Stato mi ha dato la possibilità di potermi confrontare con numerose tematiche e di poter lavorare con professionisti di altissimo valore dai quali ho imparato molto e, soprattutto, ho appreso l’importanza di servire le Istituzioni sempre al meglio delle proprie possibilità.

Quello che posso aggiungere è che nel corso di questi anni le circostanze professionali mi hanno consentito di cimentarmi nel gestire tematiche ed attività con livelli di complessità via via crescenti sia sul versante operativo, soprattutto nella prima parte della mia carriera (in particolare penso all’esperienza di comando della Guardia Costiera di Lampedusa e di consulenza presso Comandi operativi complessi), sia su quello amministrativo nella seconda parte, con diverse esperienze presso Ministeri e Uffici di diretta collaborazione. Una “dualità” d’impiego, questa, che mi ha molto aiutato a crescere sia come uomo sia come professionista al servizio delle Istituzioni.

Ecco, se dovessi dire cosa mi è servito di più – e cosa quindi mi sentirei di portare come valore aggiunto in questa mia nuova esperienza in favore dell’ASI – direi senz’altro la capacità di sapere contemperare e bilanciare aspetti giuridico-amministrativi e tecnico-operativi allo stesso tempo. Caratteristica non sempre scontata, sebbene assolutamente necessaria, soprattutto per le attività condotte dall’Agenzia Spaziale italiana (ASI) che, quale Ente governativo di riferimento nello specifico settore, fa delle attività spaziali la propria mission.

Attività, tra l’altro, che necessitano di ampie competenze trasversali in considerazione dello svolgimento di missioni sempre più strategiche in una situazione, anche geopolitica, in continua evoluzione. Ecco, quello che penso di poter garantire all’ASI è certamente un approccio trasversale rispetto alla complessità delle attività presidiate.

Al riguardo, lei ha giustamente accennato alle mie precedenti esperienze – e in particolare alle attività in ambito Difesa prima e Presidenza del Consiglio dei Ministri successivamente – che mi hanno visto lavorare su diversi progetti sia amministrativi sia di innovazione tecnologica in diversi settori, sebbene con una prevalenza di quello marittimo.

Ecco, per far capire cosa intendo per “competenze trasversali”, potrei allora citare proprio i due domini a me ormai più vicini – ossia Spazio e Mare – così diversi tra loro, ma che tuttavia presentano tantissime interconnessioni strategiche e operative, che grazie alla trasversalità di cui le parlavo in precedenza mi viene agevole cogliere e provare a mettere a sistema.

Infine, un altro aspetto che mi preme sottolineare è l’approccio strutturato, ma allo stesso tempo dinamico, alle complesse attività spaziali che l’Agenzia deve presidiare sul versante amministrativo, operativo, tecnologico e industriale.

In sintesi, direi che conoscenza della macchina amministrativa, trasversalità delle competenze, approccio strutturato e dinamismo sono certamente caratteristiche che credo di possedere e che sto già provando a mettere a disposizione dell’Agenzia, al fine di portare avanti gli obiettivi sfidanti che ci riserva il futuro dello spazio”.

Quest’anno l’Italia ospita lo IAC in programma a Milano a ottobre. Quali sono le principali tematiche che ASI porterà all’attenzione del mondo dell’aerospazio?

“Ci tengo a sottolineare che lo svolgimento della 75sima edizione dell’International Astronautical Congress (IAC) nel capoluogo lombardo rappresenta una vittoria del settore spaziale italiano nel suo complesso, un risultato che premia e riconosce il ruolo di primo piano dell’Italia nella Space Economy globale. È un riconoscimento internazionale alla levatura dell’Italia, quale potenza spaziale.

L’Agenzia Spaziale Italiana è tra gli organizzatori nazionali del congresso, insieme all’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (A.I.D.A.A) ed a Leonardo. Il tutto ovviamente attraverso la Federazione Astronautica Internazionale (IAF). Quest’anno lo IAC, che si svolgerà al Milano Congress Center, avrà per temi principali la sostenibilità delle attività spaziali e l’esplorazione.

L’attenzione per l’edizione milanese, che si svolgerà tra il 14 e il 18 ottobre di quest’anno, ha superato tutti i record delle edizioni passate. Abbiamo ricevuto candidature da 106 paesi e 2.295 organizzazioni di tutto il mondo.

L’Agenzia Spaziale Italiana sarà presente attraverso conferenze, incontri bilaterali, forum tematici e con uno stand suddiviso in diverse aree dove saranno esposti modelli e presentati i principali programmi dell’ASI. Dall’osservazione della Terra, all’area dedicata a Luna e Marte, dall’osservazione dell’Universo ai lanciatori, dalla navigazione e telecomunicazioni satellitari all’education. Insomma cercheremo di coprire tutte le aree tecnologiche nelle quali siamo certamente tra i Paesi leader.

La sostenibilità è un tema trasversale alle tecnologie spaziali e l’ASI vi si riferirà in tutte le attività che ha in programma per lo IAC. Insieme a questo tema, l’Agenzia sosterrà fortemente quelli dell’inclusione geografica, generazionale e di genere, promuovendo la partecipazione attiva di delegati di Paesi in via di sviluppo spaziale e il coinvolgimento proattivo di donne e giovani”.


Quali sono le principali sfide che attendono nel medio periodo lo spazio italiano?

“In campo vi sono molti programmi spaziali che proseguono a ritmo serrato per l’esplorazione della Luna e non solo; tutte sfide dove l’Italia è coinvolta in prima linea con strumenti e apparecchiature e attraverso la comunità scientifica e l’industria nazionale.

Tra le principali sfide che ci attendono sicuramente la missione lunare “Artemis” della NASA, dove l’Italia, attraverso l’ASI, è stata tra i primi firmatari degli “Artemis Accords”. La partecipazione italiana al programma “Artemis” si sviluppa grazie al fondamentale contributo dell’Agenzia e alla cooperazione con l’industria italiana, gli enti di ricerca e le università.

Grazie all’esperienza consolidata con lavoro di realizzazione, gestione e sfruttamento scientifico della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), il nostro Paese sta operando per fornire al nuovo programma lunare diversi servizi: dall’utilizzo di infrastrutture a terra a quelle in orbita lunare, fino ai servizi di telecomunicazione Terra-Luna. Ricordo che a Torino, grazie a un accordo tra ASI e Altec, verrà realizzato un Centro di Simulazione e Controllo delle Missioni Robotiche Lunari.

Nella missione “Artemis”, i progetti principali che ci vedono coinvolti come Sistema-Paese riguardano la costruzione di un modulo abitativo sulla Luna, lo sviluppo di un piccolo reattore nucleare per fornire energia elettrica, fino ai futuri insediamenti umani e alla costruzione di moduli pressurizzati per le missioni lunari. Anche in vista delle future missioni marziane, l’Italia attraverso l’ASI, è presente e finanzia una serie di iniziative dedicate allo studio del pianeta rosso, come “ExoMars”.

Oltre a Luna e Marte, sono numerose le attività in cui l’ASI è coinvolta da protagonista: quelle finanziate dal PNRR (i grandi progetti legati all’ampliamento della base ASI di Matera, alla Space Factory 4.0, ai detriti spaziali, alla costellazione di costellazioni satellitari “IRIDE”), i programmi di navigazione e telecomunicazioni dell’Unione Europea come Galileo e Copernicus, i programmi dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), di cui, ricordiamo, l’ASI è il terzo contributore a livello europeo.

E ancora, le molteplici collaborazioni con analoghe agenzie straniere (NASA, ESA, Jaxa, CSA, Agenzie nazionali europee, ecc.) per attività di ricerca e di sviluppo di tecnologie e missioni spaziali congiunte. A mero titolo di esempio, sono in pieno svolgimento due prestigiosissime missioni ESA lanciate lo scorso anno, nelle quali l’ASI ha portato molta scienza e tecnologia italiana: si tratta di “JUICE”, la sonda che studierà le lune ghiacciate di Giove, e di “EUCLID”, la missione che sta già rivelando la parte “oscura” dell’Universo grazie a strumenti raffinatissimi, restituendo fotografie del cosmo sinora inimmaginabili”.


La Space Economy è certamente in espansione. Quali sono le principali prospettive di sviluppo del settore in Italia?

“Ciò che sta accadendo al settore spazio in generale è un forte cambiamento in termini di opportunità economiche e non solo, personalmente mi piace parlare di un “cambio di paradigma” nella Space Economy causato dall’ingresso dei capitali privati in un settore precedentemente appannaggio quasi esclusivamente di attori pubblici. Al riguardo, si stima che entro il 2030 la nuova economia dello spazio raggiungerà un valore mondiale di circa 1.000 miliardi di dollari.

In Italia sono circa 400 le aziende del settore, tra grandi imprese e PMI, con 10.000 addetti ai lavori: sono dati che evidenziano la costante crescita della nostra filiera industriale e gli investimenti che il Paese ha fatto e continuerà a fare in questo settore, grazie anche alle risorse allocate dal PNRR.

Il punto cardine dell’economia dello spazio Made in Italy è fortemente legato alla filiera industriale, che vanta una tradizione consolidata ed è una delle poche in grado presidiare tutti i segmenti, finalizzando progetti all’avanguardia in ambiti quali l’osservazione della Terra, l’esplorazione robotica e umana, la scienza dell’universo e le telecomunicazioni e la navigazione.

L’Agenzia Spaziale Italiana in questo scenario svolge un ruolo decisivo, in quanto, oltre a coordinare e finanziare il sistema industriale e di ricerca, promuove e supporta le imprese per rafforzarne la competitività.

È ormai evidente che le attività legate al settore spazio stiano cominciando ad avere una duplice natura, istituzionale e commerciale. Questo interesse del settore privato ha senza dubbio innescato un processo evolutivo delle attività spaziali: il flusso di capitali senza precedenti dell’ultimo decennio ha concretamente supportato processi di innovazione, incoraggiando gli attori pubblici ad aggiornare e potenziare il proprio ruolo, con riferimento all’attenzione verso la riduzione dei costi, verso l’utilizzo e la diffusione di strumenti di finanza alternativa e di nuovi attori finanziari, con una sempre più crescente domanda di nuove applicazioni ovvero la nascita di nuovi modelli d’impresa, verso l’innovazione legislativa o economica a supporto delle partnership pubblico-private.

L’obiettivo è quello di focalizzarsi su nuove metodologie di collaborazione tra Istituzioni e attori privati, non solo industriali ma anche finanziari, al fine di sostenere una crescita sostenibile e duratura della Space Economy.

In Italia, con la partecipazione alla recente missione AX-3, abbiamo dato evidenza del ruolo fondamentale del Sistema-Paese, ampliando ulteriormente le nostre competenze nel segmento del volo umano nel quale abbiamo raggiunto, in questi decenni, una posizione di assoluto rilievo. In futuro, con la missione “Artemis”, allargheremo ulteriormente i nostri orizzonti di collaborazione pubblico-privata.

Sottolineo che l’ASI è impegnata costantemente nella costruzione di un partenariato pubblico-privato che valorizzi le competenze nazionali, l’interdisciplinarietà e la capacità del comparto coinvolto nella ricerca spaziale di fare sistema. Per questa ragione particolare attenzione è rivolta nella formazione dei futuri addetti ai lavori attraverso la diffusione della cultura e l’informazione sulle attività di ricerca, per avvicinare sempre di più le giovani generazioni allo studio delle materie STEM necessarie per il settore spaziale”.

In che modo l’ASI può favorire azioni di integrazione di filiera tra PMI e grandi industrie dello spazio, lungo tutto il territorio nazionale?

“Partiamo dai numeri. Lo spazio in Italia genera un fatturato di oltre 3 miliardi di euro. In futuro ci si aspettano trend di crescita significativi. Oggi la filiera italiana è composta per l’80% da PMI. In un settore come quello spaziale, ad alta tecnologia e con grandi investimenti, il fatto che le start up e le PMI siano in filiera con le grandi imprese rappresenta un valore aggiunto per la crescita del settore complessivo. Oggi abbiamo imprese spaziali in tutte le regioni italiane con competenze che ricoprono tutti i settori, dalla manifattura ai servizi. Sono sorti quindici distretti tecnologici e circa una settantina di nodi tra Università ed Enti di ricerca.

In questo contesto, il ruolo dell’Agenzia Spaziale Italiana non è legato unicamente ad attività di consulenza e coordinamento all’interno del sistema industriale e di ricerca, ma anche di promozione, incubazione e supporto a imprese e start-up, al fine di rafforzarne la competitività. Come Agenzia siamo pertanto impegnati su più fronti. Attraverso bandi e open call sosteniamo la creazione di un ecosistema che integri le piccole e medie imprese nella strategia nazionale di sviluppo del settore.

Portiamo avanti i rapporti con i distretti tecnologici, in particolare con il cluster tecnologico nazionale dell’aerospazio CTNA; supportiamo il programma ESA BIC (Business Incubation Center), una rete nazionale di incubatori disseminati sul territorio europeo, che sostiene ricercatori e giovani imprenditori nella creazione di aziende e di start-up di settore e di cui abbiamo promosso sinora la costituzione di cinque centri nazionali. Inoltre, partecipiamo al programma di accelerazione europeo “Spacefounders”, con CNES e UniBw (Università di Monaco), con l’obiettivo di aumentare la visibilità internazionale e le opportunità commerciali dei progetti imprenditoriali innovativi nazionali meritevoli.

In definitiva, credo di poter dire che il comparto aerospaziale italiano rappresenta oggi un settore in evidente crescita esponenziale, fiore all’occhiello del Made in Italy e sempre più presente nella realizzazione di missioni internazionali”.

Fonte: newsletter CTNA – Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio

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