Accordo da 23 milioni di euro per Cta+: avviate formalmente le attività che porteranno alla realizzazione, in Cile, di due telescopi del tipo Large Size Telescope

accordo-ctaplus Da sinistra: Raffaella Riondino, Antonio Semola, Davide Fierro, Gaetano Telesio, Roberto Ragazzoni, Lucio Angelo Antonelli, Fabrice Scheid, Marco Sciarra, Giacomo Bianchi e Francesco Perrotta. Crediti: Inaf

Accordo da 23 milioni di euro per Cta+. Avviate formalmente le attività che porteranno alla realizzazione, in Cile, di due telescopi del tipo Large Size Telescope nell’ambito di “Cherenkov Telescope Array Plus (Cta+)”, il principale progetto dell’Inaf nell’ambito del Pnrr, finanziato dal Mur. L’appalto ha un valore di 23 milioni di euro ed è il più alto mai assegnato dall’Inaf.

Martedì 5 novembre, presso la Sede centrale dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), alla presenza del presidente Roberto Ragazzoni, del direttore generale Gaetano Telesio e con l’intervento del presidente del Consiglio di amministrazione di Cimolai S.p.A. Marco Sciarra e del rappresentante di Ohb Digital Connect Germania Fabrice Scheid, è stato dato formale avvio alle attività che porteranno alla realizzazione di due telescopi del tipo Large Size Telescope (Lst) nell’ambito del progetto Pnrr  “Cherenkov Telescope Array Plus (Cta+)”, finanziato dal Mur nel contesto del “Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione”.

L’accordo ha un valore che è il più alto mai assegnato dall’Inaf

L’appalto ha un valore di 23 milioni di euro ed è il più alto mai assegnato dall’Inaf.

Per il volume del finanziamento ricevuto (oltre 71 milioni di euro), questo è il principale progetto dell’Inaf nell’ambito del Pnrr ed è finalizzato ad aumentare in maniera sostanziale il contributo italiano alla costruzione del grande osservatorio internazionale Cherenkov Telescope Array (Cta), che svelerà i segreti del cosmo alle altissime energie scrutando il cielo nei raggi gamma.

Cta+ è coordinato dall’Inaf in collaborazione con l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), le università di Bologna, Bari, Siena e Palermo e con il Politecnico di Bari e alcuni partner internazionali.

I due telescopi sono strutture da 24 metri di diametro e dal peso di quasi cento tonnellate ognuno, capaci di muoversi così velocemente da poter raggiungere qualsiasi parte del cielo in pochi secondi. Questi saranno installati nel deserto cileno, dove avrà sede il sito sud dell’Osservatorio Cta.

I partner industriali dell’Inaf in questa avventura rappresentano un’eccellenza nel campo della realizzazione delle strutture meccaniche per l’astronomia. Cimolai S.p.A., leader nel settore delle grandi infrastrutture, sta già realizzando per conto dell’Eso l’Extremely Large Telescope (Elt), un telescopio ottico di ben 40 metri di diametro, mentre Ohb Digital Connect Germania ha partecipato alla realizzazione dei radiotelescopi dell’osservatorio Alma, sempre dell’Eso.

Roberto Ragazzoni, neo eletto presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica. È professore ordinario al Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Padova dal 2020 ed è stato direttore dell’Inaf di Padova dal 2018 al 2023. Ha lavorato all’Inaf di Arcetri, allo Steward Observatory di Tucson, Arizona, e al Max Planck Institut für Astronomie di Heidelberg in Germania. Nella sua carriera, ha già ricevuto riconoscimenti importanti come il premio “Wolfgang Paul” della fondazione Humboldt, in Germania, nel 2000, il premio “Feltrinelli” per l’astronomia nel 2016 e, infine, la nomina a membro dell’accademia dei Lincei nel 2019. Astronomo e inventore, Ragazzoni è anche pilota d’aerei. Crediti: Riccardo Bonuccelli/Inaf
Roberto Ragazzoni – Crediti: Riccardo Bonuccelli/Inaf

«L’avvio di questo ambizioso progetto rappresenta un passo fondamentale non solo per l’Inaf ma per tutta la comunità scientifica internazionale», dice il presidente dell’Inaf Roberto Ragazzoni.

«L’accordo ci permette di rafforzare il contributo alla costruzione di Cta e di consolidare il nostro ruolo di protagonisti nella ricerca astrofisica di frontiera. Questo è il frutto della collaborazione tra istituti di ricerca italiani e partner industriali di eccellenza, che confermano l’Italia come leader nelle grandi infrastrutture scientifiche. Siamo orgogliosi di contribuire a una nuova era nella scoperta dell’universo».