Intervista a Umberto Malusà, coordinatore del comitato promotore di Alpe Adria
A Space Meetings Veneto per il secondo anno consecutivo era presente il comitato promotore di CT3A – Cluster Tecnologico Aerospaziale Alpe Adria, nato su impulso di Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia e vice presidente vicario di Unioncamere che ne rappresenta il principale protagonista.
Ne abbiamo parlato, in un interessante scambio di idee, con il coordinatore del Comitato Promotore Umberto Malusà.
Due i punti essenziali emersi: la radicalità nel tessuto produttivo regionale e la sua forte vocazione verso una cooperazione internazionale, rivolta in particolare verso le vicine Slovenia e Austria.
Il nome “Alpe Adria” deriva principalmente dalla posizione geografica in cui si colloca il cluster, nel cuore del Friuli Venezia Giulia. Il suo centro è a Gorizia che nel 2025 sarà capitale europea della Cultura insieme a Nova Gorizia e che oggi è sede di un aeroporto importante, a sua volta ospitante una fabbrica molto interessante di droni e aerei elettrici.
Da dove parte l’idea del Cluster CT3A?
Quando abbiamo immaginato la nascita di un distretto aerospaziale del Friuli Venezia Giulia eravamo consapevoli delle nostre dimensioni territoriali, contenute, ma con una posizione geografica molto interessante. Abbiamo subito riscontrato in Slovenia e Austria una grande attenzione a sviluppare progetti comuni nel settore aerospaziale. Insieme all’Agenzia Spaziale Italiana il 16 dicembre siamo stati in Slovenia e abbiamo rapporti in Austria e in particolare a Graz.
Avete già attivato collaborazioni internazionali?
Il settore aerospaziale solo con la collaborazione offre investimenti. È necessario mettere a sistema e in rete anche i paesi internazionali, consapevoli delle difficoltà che ci sono oggi nel contesto globale. Lo spazio è prima di tutto collaborazione, basti pensare alle potenzialità dei bandi europei di diversa natura che premiano e stimolano proprio la cooperazione internazionale.
Qual è la caratteristica principale del cluster, a suo parere?
La caratteristica del cluster è la qualificata presenza scientifica in questa regione su cui contare, che rappresenta un volano di sviluppo anche per le nostre imprese. Pensiamo al Cluster Comet che unisce un centinaio di imprese metalmeccaniche, di cui alcune hanno un’esperienza nello spazio. Abbiamo avuto una buona risposta del sistema industriale, un grande interesse, un importante stimolo a proseguire su questa strada.
E invece qual è la caratteristica primaria del sistema industriale del Friuli Venezia Giulia?
Siamo in una fase di transizione nella nostra area geografica in cui ha sempre prevalso il settore manifatturiero caratterizzato principalmente dall’edilizia e che oggi conta su una parte meccanica e sulle acciaierie oltre che su settori nuovi come quelli dell’energia, delle nanotecnologie e tantissimi altri segmenti ad alto valore aggiunto. Vogliamo collaborare mettendo a disposizione quello che abbiamo e stimolare le imprese anche del settore non space ad avvicinarsi allo spazio.
Giornalista, specializzata in Economia dello Spazio, in Economia del Mare e in Mindfulness - istruttrice MBSR. Dal 2004 si occupa di Aerospazio e dal 2011 di Economia del Mare. Dirige Economia dello Spazio Magazine, Economia del Mare Magazine e Space& Blue Magazine, oltre a seguire le relazioni istituzionali ed esterne in questi settori per importanti stakeholder. Ideatrice del Progetto "Space&Blue Made in Italy" con il suo Forum Space&Blue e del Progetto "Blue Forum Italia network".