Astronauts Land @PoliTO: l’incontro più spaziale dell’anno

Astronauts Land @PoliTO

Astronauts Land @PoliTO: l’incontro più spaziale dell’anno è arrivato il 15 ottobre.

Una pista di atterraggio senza precedenti per undici astronauti di fama internazionale, il Politecnico di Torino.

Il 15 ottobre, l’Ateneo si è trasformato per un giorno in una vera e propria “base di atterraggio” nell’ambito dell’Astronauts Chapter dello IAC – International Astronautical Congress, l’appuntamento principale nel calendario di scienziati ed esperti nel campo dell’astronautica mondiale. Astronauts Land @PoliTO, questo il titolo dell’’incontro che si è tenuto nell’Aula Magna “Giovanni Agnelli”, mettendo in contatto gli e le studenti con alcuni degli esploratori dello spazio più famosi e che hanno partecipato a missioni spaziali delle più importanti agenzie del mondo, come NASA, ESA, JAXA e l’Agenzia Spaziale Turca, regalando a tutti i presenti un assaggio del futuro dell’umanità al di fuori della Terra.

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L’evento, organizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (AIDAA) di cui chair e co-chair sono rispettivamente i docenti Erasmo Carrera e Marco Petrolo del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’International Astronautical Federation (IAF) è stato moderato da Marco Petrolo, rappresentante dell’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (AIDAA), ed è stato aperto dai saluti istituzionali del Rettore Stefano Corgnati“Benvenute e benvenuti, accogliamo in un’occasione speciale ospiti d’importanza mondiale. Sono eventi come questo che ispirano le nuove generazioni e favoriscono lo scambio di idee tra il mondo accademico e quello aerospaziale”.

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Rector Stefano Corgnati

Astronauts Land @PoliTO: tra gli astronauti presenti, spiccano figure di grande rilievo internazionale

Tra gli astronauti presenti, spiccano figure di grande rilievo internazionale, come Alvin Drew della NASA, Reinhold Ewald e Luca Parmitano dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), Hazza Al Mansouri astronauta degli Emirati Arabi e Akihiko Hoshide e Soichi Noguchi dell’Agenzia Spaziale Giapponese JAXA. L’incontro ha visto anche la partecipazione di nuovi protagonisti del panorama spaziale, come Tuva Atasever dell’Agenzia Spaziale Turca e Anthea Comellini, ingegnere di Thales Alenia Space e membro della riserva astronauti dell’ESA, entrambi classe 1992 e con una promettente carriera davanti. 

Non sono mancati rappresentanti italiani di spicco, come l’astronauta Paolo Nespoli, uno dei veterani delle missioni spaziali italiane che nel 2019 era stato insignito al Politecnico della Laurea Magistrale ad honorem in Ingegneria Aerospaziale, e Andrea Patassa, pilota collaudatore dell’Aeronautica Militare Italiana e membro della riserva astronauti dell’ESA. A completare la rosa di ospiti d’onore, Carmen Possnig, altra figura di spicco dell’ESA, che ha condiviso le sue esperienze di ricerca e preparazione per future missioni.

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Tra le domande quelle sulla sostenibilità visto il motto dello IAC 2024 “Responsible Space for Sustainability”

Tra le domande poste dal docente Petrolo non potevano mancare quelle inerenti alla sostenibilità visto il motto dello IAC 2024 “Responsible Space for Sustainability”. Come ha replicato Luca Parmitano, nello spazio la sostenibilità è un obbligo e recuperare l’acqua con la massima efficienza è strategico perché altrimenti avrebbero bisogno di continui rifornimenti da terra, per questo sono state sviluppate tecnologie che permettono di riutilizzare fino al 98% di acqua trasportata in orbita e stanno sviluppando sistemi di supporto vitale in grado di rigenerare o riciclare materiali di consumo come cibo, aria e acqua. 

Focus sul percorso formativo, le competenze tecniche e anche fisiche per diventare astronauti

Un altro tema di grande interesse è stato il percorso formativo, le competenze tecniche e anche fisiche per diventare astronauti, a cui si aggiungono un’ottima stabilità emotiva e una predisposizione innata a vivere situazioni di rischio, quell’attrazione per le situazioni ignote e al limite del possibile che Akihiko Hoshide ha riassunto con “No risk, no fun!”. Gli astronauti hanno incoraggiato gli studenti a puntare su percorsi di studio nelle materie STEM, ma anche a sviluppare doti di resilienza e gestione dello stress. 

Diventare astronauti è un sogno condiviso da tantissimi degli e delle studenti che hanno riempito l’Aula Magna e  che si è già realizzato sia per Anthea Comellini – che ha dichiarato di essere estremamente grata al duro lavoro e agli anni di studio, sia per Carmen Possnig – che ha suggerito di non arrendersi mai ma avere anche un Plan B, un piano di riserva. 

Tante le riflessioni e i racconti, animate dall’interesse collettivo, sulle esperienze nell’esplorazione spaziale, le sfide quotidiane della vita in orbita e le innovazioni tecnologiche che rendono sempre più sicure e frequenti le missioni e stanno avvicinando l’uomo a diventare (si ipotizza tra 200 anni) una specie interplanetaria. 

Un ponte tra l’oggi e il futuro dell’esplorazione spaziale: questo incontro ha segnato un passo importante nel percorso di formazione di tante e tanti studenti, alimentando la loro passione e curiosità per lo spazio, che si sono inserite in un contesto più ampio di iniziative promosse dall’Ateneo per stimolare la ricerca nel settore aerospaziale, una delle punte di diamante della sua offerta formativa e di ricerca, tanto da far promettere a Luca Parmitano di tornare presto al Politecnico.

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