Economia dello Spazio, approvata in Cdm la prima Legge italiana

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Scopriamo insieme i punti essenziali

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha approvato ieri un disegno di legge che introduce importanti disposizioni in materia di economia dello spazio.

La legge entrerà ovviamente in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

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Scopriamone insieme i punti essenziali. Ne abbiamo individuati 8.

  1. Innanzitutto si tratta della prima Legge sullo Spazio italiana. Il nostro Paese si allinea così agli altri competitor internazionali.
  2. È collegata alla manovra di bilancio quindi dispone di risorse economiche finalizzate al sostegno e allo sviluppo dell’economia dello spazio italiana.
  3. Istituisce il Fondo per la Space Economy, di durata pluriennale, destinato alle attività di economia dello spazio, alla commercializzazione dello spazio e all’utilizzo commerciale delle infrastrutture spaziali nazionali, e alimentato in parte con risorse pubbliche e in parte attraverso le contribuzioni corrisposte in sede di autorizzazione all’esercizio di attività spaziali e le sanzioni irrogate nei confronti degli operatori che non forniscono informazioni o non consentono ispezioni e dei soggetti che svolgono attività spaziali senza autorizzazione.
  4. Introduce nell’ordinamento la definizione di “attività spaziale“, che ricomprende il lancio, la gestione in orbita e il rientro di oggetti spaziali ed ogni altra attività realizzata nello spazio extra-atmosferico, ivi compreso l’uso delle risorse naturali, e detta una complessiva regolamentazione dell’eterogenea e vasta attività imprenditoriale privata connessa all’esplorazione dello spazio, anche con espresso riferimento agli accordi internazionali sottoscritti e ratificati dall’Italia in materia.
  5. Stabilisce l’ambito di intervento e si applica alle attività spaziali condotte da operatori di qualsiasi nazionalità nel territorio italiano, nonché alle attività spaziali condotte da operatori nazionali al di fuori del territorio italiano.
  6. Stabilisce 3 Principi in materia di economia dello Spazio e di infrastrutture spaziali:
  • Lo Stato promuove lo sviluppo dell’attività spaziale quale fattore promettente di crescita economica, favorendo, in particolare, la ricerca, la produzione e il commercio in orbita terrestre bassa.
  • L’accesso ai dati, ai servizi e alle risorse delle infrastrutture spaziali nazionale è garantito in modo equo e non discriminatorio, anche al fine di contribuire a uno sviluppo sostenibile e sfruttare il potenziale dello Spazio nella gestione delle risorse ambientali e degli effetti locali del cambiamento climatico, nella facilitazione delle telecomunicazioni e della gestione logistica.
  • Nella gestione dei servizi commerciali forniti dalle infrastrutture spaziali di osservazioni della Terra sono favorite, ove possibile, soluzioni di partenariato pubblico privato che consentano una remunerazione almeno sufficiente a consentire la manutenzione dell’infrastruttura.

7. Istituisce il Piano Nazionale per l’economia dello Spazio, elaborato dalla Struttura di coordinamento del COMINT in collaborazione con l’ASI e sentito il Ministero dell’università e della ricerca, al fine di promuovere l’economia dello spazio in sede nazionale, in coordinamento con il Documento Strategico di Politica Spaziale Nazionale e con gli strumenti di finanziamento esistenti in sede nazionale ed europea. Il piano è aggiornato con cadenza biennale.

8. Stabilisce che l’Agenzia Spaziale Italiana sia l’Autorità di vigilanza e che il COMINT dia parere obbligatorio alle autorizzazioni validate dall’ASI.

Ma vediamo la Legge nel dettaglio.

La prima parte della Legge (TITOLO I e II) è dedicata alle disposizioni generali e alla regolamentazione ordinamentale.
Il TITOLO II stabilisce:
  • l’obbligo di autorizzazione all’esercizio di attività spaziali;
  • i requisiti oggettivi delle attività spaziali: sicurezza, resilienza dell’infrastruttura satellitare rispetto ai rischi informatici, fisici e di interferenza e sostenibilità ambientale;
  • i requisiti soggettivi generali: solidità finanziaria e obbligo assicurativo;
  • il procedimento autorizzativo per le attività spaziali, che prevede tutte le attività spaziali debbano essere preventivamente autorizzate dall’Autorità responsabile (Presidente del Consiglio dei ministri o l’Autorità delegata alle politiche spaziali o aerospaziali), previa istruttoria dell’Agenzia spaziale italiana (ASI) e del Comitato Interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT), salvo che nel caso in cui l’attività sia munita di autorizzazione rilasciata da altro Stato e riconosciuta in Italia.
La seconda parte (TITOLO III) è dedicata in particolare alla IMMATRICOLAZIONE DEGLI OGGETTI SPAZIALI

In particolare istituisce:

  • il Registro nazionale di immatricolazione degli oggetti spaziali lanciati nello spazio extra-atmosferico, relativo agli oggetti spaziali rispetto ai quali l’Italia risulti unico Stato di lancio, in base alla Convenzione sull’immatricolazione degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico, fatta a New York il 14 gennaio 1975, ratificata e resa esecutiva ai sensi della legge 12 luglio 2005, n. 153 o da altre norme internazionali;
  • un Registro complementare, curato dall’ASI, per iscrivere un oggetto spaziale non immatricolato in Italia di cui un operatore di nazionalità italiana acquisisca la gestione o proprietà in orbita o su un corpo celeste.
La terza parte (TITOLO IV) è dedicata alla RESPONSABILITA’ DEGLI OPERATORI SPAZIALI E DELLO STATO

Stabilisce:

  • la Responsabilità civile dell’operatore;
  • i Danni di cui lo Stato è chiamato a rispondere in forza di convenzioni internazionali;
  • i Danni causati sul territorio italiano da Stati di lancio stranieri;
  • l’Obbligo di garanzia assicurativa o altra garanzia finanziaria: Gli operatori autorizzati stipulano contratti assicurativi o altra idonea garanzia finanziaria a copertura dei danni derivanti dall’attività spaziale con massimale pari a 100 milioni di euro per sinistro.
Il TITOLO V è dedicato alle MISURE PER L’ECONOMIA DELLO SPAZIO

Istituisce:

  • il Piano Nazionale per l’economia dello Spazio, che contiene:
    • analisi, valutazione e quantificazione dei fabbisogni delle capacità produttive;
    • analisi delle esigenze istituzionali relative ai servizi basati sull’uso di tecnologie spaziali suscettibile di una valorizzazione commerciale;
    • programmazione, valutazione preliminare, controllo e monitoraggio, delle iniziative di partenariato pubblico-privato;
    • definizione delle sinergie attivabili tra i diversi strumenti di finanziamento e di intervento;
    • allocazione alle varie iniziative previste delle risorse disponibili;
    • identificazione delle possibili ulteriori risorse da destinare alle iniziative;
    • monitoraggio e verifica delle iniziative finanziate e dei relativi impatti.
  • il Fondo per l’economia dello spazio, di durata pluriennale che abbiamo visto prima

Stabilisce:

  • i Principi in materia di economia dello Spazio e di infrastrutture spaziali che abbiamo visto in precedenza;
  • la Riserva di capacità trasmissiva nazionale;
  • le Iniziative per l’uso efficiente dello spettro per comunicazioni via satellite;
  •  le Norme speciali in materia di appalti e sostegno per le imprese nel settore delle attività spaziali e delle tecnologie aerospaziali.

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Spazio-mare-Roberta-Busatto_

Giornalista, specializzata in Economia dello Spazio, in Economia del Mare e in Mindfulness - istruttrice MBSR. Dal 2004 si occupa di Aerospazio e dal 2011 di Economia del Mare. Dirige Economia dello Spazio Magazine e Economia del Mare Magazine, oltre a seguire le relazioni istituzionali ed esterne in questi settori per importanti stakeholder.