In my end is my beginning: a Spoleto il progetto di Lulù Nuti nato da una residenza artistica a EGO, sede del rivelatore Virgo

in my end my beginning

La ricerca delle onde gravitazionali incontra l’arte: a Palazzo Collicola a Spoleto, fino al 22 settembre, sarà possibile ammirare “In my end is my beginning”, progetto artistico di Lulù Nuti, a cura di Spazio Taverna ed EGO – European Gravitational Observatory e supportato dal laboratorio CAOS della Sezione INFN di Perugia e dell’Università degli Studi di Perugia.
Il progetto, inaugurato in occasione del Festival di Spoleto, nasce da una residenza artistica a EGO, sede del rivelatore Virgo.

Nasce da una residenza artistica presso l’Osservatorio Gravitazionale Europeo di Cascina (PI), sede di Virgo, uno dei tre più grandi e sensibili rivelatori di onde gravitazionali del pianeta, il progetto di Lulù Nuti, IN MY END IS MY BEGINNING, a cura di Spazio Taverna ed EGO e supportato dal laboratorio CAOS dell’Università degli Studi di Perugia e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

In my end is my beginning inaugurata il 28 giugno

Lulù Nuti ospitata ad EGO, all’inizio del 2024 ha raccolto durante la residenza ispirazioni provenienti dal mondo dell’astronomia gravitazionale, della fisica fondamentale e della ricerca tecnologica e ha intrapreso un dialogo con i ricercatori di EGO e Virgo, a partire da interrogativi, aspirazioni e processi, per certi versi, condivisi. 
L’opera In my end is my beginning, restituzione di questo significativo percorso di dialogo e reciproca trasformazione è stata inaugurata il 28 giugno in occasione del Festival Dei Due Mondi, a Palazzo Collicola, sede della Galleria d’Arte Moderna di Spoleto, principale struttura museale umbra dedicata all’arte moderna e contemporanea.

“Gli artisti, come gli scienziati, pongono domande che nessunaltro ha mai posto prima, spinti dalla curiosità e dal desiderio di interpretare il mondo – ha dichiarato il direttore di EGO, Massimo Carpinelli –. Sulla base di questo moto dello spirito condiviso, credo possa scaturire un percorso di ricerca tra artisti e scienziati, che può reciprocamente ispirarci, aiutarci a sviluppare nuove idee e  immaginari originali per comprendere e interpretare la contemporaneità. Sono convinto che questo sforzo debba essere parte della nostra missione come istituzioni di ricerca”.

Un’opera che condensa la tensione dell’artista con quella vissuta dai ricercatori in ascolto dell’universo

IN MY END IS MY BEGINNING è un’opera che ben condensa la tensione dell’artista verso l’indagine del mondo che la circonda e al contempo punta a riflettere su un’analoga tensione nel lavoro quotidiano di centinaia di ricercatori che sono in ascolto dell’universo profondo.
L’opera richiama simboli antichi (uroboro/toroide/fiore della vita) che hanno preceduto le indagini scientifiche ma che, nel loro essere analogici e non analitici, sembrano quasi anticipare alcune delle teorie più acclamate della contemporaneità: l’autogenerazione e l’autosufficienza di un universo che si autofeconda per ripetere infinitamente un ciclo di espansione e contrazione; la simmetria di un campo gravitazionale a riposo e la vertigine che l’immaginazione prova quando si raffigura la curvatura dello spazio tempo; così come l’andare e tornare dei raggi luminosi che correndo lungo i bracci di Virgo si riflettono sugli specchi dell’interferometro per registrare inimmaginabili mutazioni del tessuto dell’universo.

La scultura, poggiando su se stessa e alzata pochi centimetri da terra, con delicatezza ed eleganza evoca un universo, che potrebbe essere nient’altro che una simulazione e che eppure esiste, non solamente come oggetto da indagare, ma come luogo da abitare.

La residenza a EGO è stata supportata e accompagnata inoltre dai ricercatori del Laboratorio CAOS, fondato dall’Università degli Studi di Perugia (Dipartimento di Fisica e Geologia) e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, per la ricerca e lo sviluppo delle nuove tecnologie di frontiera legate al futuro grande rivelatore di onde gravitazionali europeo, Einstein Telescope.

Lulù Nuti nata a Parigi (Levallois-Perret), Francia, il 22 febbraio 1988. Vive e lavora a Roma.

L’artista concepisce masse scultoree e installative in dialogo con lo spazio. La sua ricerca indaga i sentimenti di responsabilità e di impotenza che eventi politici, sociali, ambientali innescano nell’essere umano, sulla sua percezione della realtà, sulla trasformazione delle abitudini e sul rapporto con la natura. Dopo essersi diplomata all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts de Paris nel 2012, ha esposto in istituzioni in Italia e all’estero tra cui: Fondazione Pescheria, Pesaro, Italia (2024); Fondazione Nicola del Roscio, Roma (2023); Palazzo Collicola, Spoleto, (2023); British School at Rome (2023); Musée des Beaux Arts d’Angers (2023); Accademia di Francia a Roma – Villa Medici (2021); Istituto Italiano di Cultura di New Delhi (2019); MO.CO., Montpellier (2018); Cité Internationale des Arts de Paris (2014); Biwako Biennale, in Giappone (2012).

Il suo lavoro è stato presentata anche in gallerie private come: Galleria Mazzoli, Modena (2023); Galleria Renata Fabbri, Milano (2022) Galerie Chloé Salgado, Paris (2021). Nel 2022 la sua opera in ferro forgiato Too much heat, Nothing to Eat viaggia a traverso il Mondo (IIC New-York, USA; IIC Seoul, Corea; Changijang Museum of Contemporary Art, China) con il progetto We Love Art, vision and creativity Made in Italy, promosso dal Ministero degli affari esteri e CDP. A Spoleto il suo lavoro é stato esposto per la prima volta in occasione di Windows, mostra a cura di Teodora di Robilant e Galleria Alessandra Bonomo nel 2021 al Chiostro di San Nicolò.

Nel 2018 fonda con Pamela Pintus il duo LU.PA, identità artistica che opera soprattutto attraverso azioni performative e opere site-specific. Nel 2020 co-fonda Post Ex, studio di ricerca condiviso attivo a Roma.

EGO, l’Osservatorio Gravitazionale Europeo

EGO, l’Osservatorio Gravitazionale Europeo, situato nella campagna vicino Pisa è la sede dell’interferometro Virgo, una delle tre antenne gravitazionali più grandi e sensibili al mondo, in grado di osservare straordinari fenomeni dell’Universo profondo , come la fusione di buchi neri o di stelle.

All’esperimento lavorano oltre 800 scienziati di oltre 150 istituzioni e 15 paesi, ma i principali finanziatori di EGO sono: il Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) in Francia, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) in Italia e l’Istituto Nazionale di Fisica Subatomica (Nikhef) nei Paesi Bassi. EGO è anche impegnato in progetti di comunicazione e public engagement, promuove il coinvolgimento di non scienziati nella ricerca (citizen science), organizza eventi e mostre per il grande pubblico e si dedica alla ricerca di nuovi linguaggi all’intersezione tra arte e scienza.

CAOS, (Centro sulle Applicazioni per le Onde gravitazionali e la Sismologia), laboratorio di ricerca del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con l’INFN, sezione di Perugia.

Centro di eccellenza mondiale per lo sviluppo delle tecnologie necessarie alle sospensioni delle ottiche dei detector per onde gravitazionali presenti e futuri. Il laboratorio ospiterà un interferometro con bracci di circa 10 metri con le sospensioni dei detector per onde gravitazionali di terza generazione, come ET, in scala 1:1. L’Università di Perugia, coordina una rete di laboratori con lunga esperienza in questo campo di cui fanno parte gruppi universitari, INFN e INAF italiani (Pisa, Camerino, GSSI-L’Aquila, Roma “La Sapienza”, Bologna), EGO (lo European Gravitational Observatory), e stranieri (come i giapponesi NAOJ e ICRR).

Vista l’alta sensibilità e il particolare intervallo di frequenze (da qualche centinaio di millihertz al kilohertz), l’impatto di tale strumento sarà estremamente utile non solamente nel campo dei detectors per onde gravitazionali, ma anche per le sue ricadute, una fra tutte la geofisica e la sismologia. 

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