Valerio Minato: “Vi racconto quei 6 decimi di secondo che mi hanno fatto immortalare il passaggio della ISS davanti al Sole”

minato valerio iss solar transit

Ho pensato alla slitta di Babbo Natale. Ma anche ad ET e alla sua biciclettata nel cielo guardando quella immagine che nei giorni scorsi è stata ripresa, commentata e apprezzata da migliaia di persone e che rappresenta l’ISS Solar Transit.

Autore dello scatto Valerio Minato, fotografo torinese, che il 13 giugno, a Volpiano, alle ore 15:04:24, grazie ad un lavoro attento, alla cura dei dettagli e ad un’apertura insperata del cielo, ha fotografato il transito della Stazione Spaziale Internazionale davanti al Sole.

Come si prepara una foto del genere?

“Questa è la seconda ripresa che ho fatto alla Stazione Spaziale Internazionale in transito sul Sole. Comunque la prima cosa da stabilire è la location. Per decidere dove posizionarsi per fotografare il passaggio delle Stazioni Spaziali e nello specifico dell’ISS mi avvalgo di vari siti che segnano i passaggi geolocalizzati. Io utilizzo ISS Transit Finder dove ti puoi geolocalizzare, puoi inserire il raggio dentro il quale vuoi che il sito ti indichi il passaggio: di solito io do un raggio di 70-80 km.

Poi si stabilisce un arco temporale dentro il quale si vuole scattare la foto. Se indico un arco temporale di due settimane, dovrò sicuramente ricontrollare perché l’orbita dell’ISS è in continuo aggiornamento via via che si muove. Quindi meglio sempre verificare il giorno prima e il giorno stesso perché possono esserci delle variazioni”.

Quando hai fatto l’ultimo controllo il 13 giugno?

“L’ultimo controllo l’ho fatto un’ora prima. Ero nella zona e in base all’ultima segnalazione mi sono posizionato: avevo come obiettivo che la ISS tagliasse il Sole a metà”.

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Valerio Minato, fotografo torinese autore di scatti ripresi a livello internazionale, anche dalla Nasa

Altra componente da considerare per una foto perfetta è il meteo.

“Sicuramente bisogna far collimare anche le condizioni meteo. Il 13 giugno era abbastanza rischioso perché c’era una variabilità di nuvole. Fino ad un minuto prima il sole era coperto, ma si è aperto per fortuna in quei 30 secondi ce mi servivano per lo scatto, anche se il transito è durato meno di un secondo”.

Che tipo di scatto hai fatto?

“Un anno e mezzo fa, la prima volta che avevo immortalato la ISS, avevo scelto di fare un video. Questa volta ho scelto una raffica di scatti (ISO 250 F/8 1/1250 sec, raffica di scatti a 20 fps). Tra l’altro, per raggiungere la massima precisione, il sito dà molti dati: la velocità, la velocità angolare, ma a me interessava la distanza della ISS rispetto al punto di ripresa perché ho notato, studiando, che la distanza della ISS può variare dai 450 km fino ai 2000 km dal punto di ripresa. Più è distante dal punto di ripresa e più risulterà piccola in proporzione al Sole e più è vicina e più rimarrà grande rispetto al Sole”.

Questa volta la ISS era piuttosto vicina.

“Si trovava a poco più dei 475 km. Ho impostato la macchina fotografica, la mia Canon R5 (+ 500 mm f4 + ext x2, 1000 mm focale complessiva), ho usato un filtro Astrosolar e mi sono messo in attesa. A quel punto c’è un’altra componente da considerare: il tempismo nello scattare le foto. Il transito della ISS, infatti, avviene in 0,6 decimi di secondo. Per essere sicuro di avere un buon prodotto la raffica può durare al massimo per 6 secondi di fila, quindi bisogna far partire la raffica 2/3 secondi prima del passaggio”.

Come si fa a raggiungere questa precisione di scatto?

“Bisogna sincronizzarsi, scaricando una App di un orologio atomico che è perfettamente sincronizzato con i dati presenti sul sito. Insomma è un po’ come se si facesse il countdown, come quando parte una navicella spaziale. Quindi, a meno tre secondi ho fatto partire la raffica con un telecomando a distanza, per evitare di toccare la macchina fotografica. Ho scattato 120 fotografie in 6 secondi. Di queste, 12 hanno immortalato il passaggio”.

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Quando capisci che una foto potrà avere successo?

“È difficile sapere prima quanto successo avrà una foto. Tante volte ho fatto dei lavori che pensavo potessero spaccare e sono andati bene, ma non sono stati virali. Altre volte è capitato il contrario e hanno avuto successo lavori che non pensavo funzionassero”.

Cosa è successo con la foto della ISS?

“Quando ho scattato la foto dell’ISS che, ricordiamolo, pesa 455 tonnellate, ha una lunghezza di 100 metri e una larghezza di 80 metri, ero molto contento, perché già in macchina, ad un primo sguardo, ho visto che avevo calcolato tutto perfettamente ed era carina la traiettoria della ISS che non si sovrappone alle macchie solari e soprattutto il Sole era quasi perfettamente tagliato in due. A livello tecnico ero soddisfatto. Quando poi l’ho pubblicata, come sempre, è una incognita su come possa andare e quale possa essere il feedback, soprattutto per una foto così particolare. C’è sempre il discrimine tra ciò che l’occhio è abituato a vedere e ciò che non è abituato a vedere”.

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Valerio Minato e quel suo scatto alla Luna ripreso dalla Nasa il 25 dicembre

Tra i tuoi scatti, che si possono ammirare sui social, c’è l’arrampicata della Luna lungo le pendici del Monte Pirchiriano fino alla Sacra di San Michele, la Luna sulla Mole Antonelliana e l’aurora boreale a Superga (nella foto). Ma anche una immagine straordinaria scelta dalla Nasa come miglior foto di Natale, una foto che immortalava a Torino la Basilica di Superga, la piramide del Monviso e la falce della Luna crescente tutti in fila, al tramonto, uno dietro l’altro.

“Il 15 dicembre scatto la foto e la pubblico il giorno dopo sui social. In quel momento mi ero resa conto che sarebbe potuta andare molto bene, perché era davvero bella. Tra l’altro ero molto soddisfatto perché era il risultato di un progetto lungo 6 anni. Quando la pubblico vedo che c’è un ottimo feedback. A quel punto più di una persona mi suggerisce di candidarla per pubblicarla su Apod, il sito della Nasa che pubblica ogni giorno una foto sensazionale. Quindi mando la mail con i dati tecnici richiesti.

È il 19 dicembre e dopo poche ore dall’invio della mail ricevo la risposta della Nasa: mi dicono che la foto è molto bella e che erano interessati ad una pubblicazione, ma avevano bisogno di altri dati di scatto, delle coordinate geografiche e delle prove per confermare che fosse una foto reale. Mando tutto e quando vedono che è tutto genuino, il 22 dicembre mi scrivono mandandomi la bozza dell’articolo ancora off line, dicendo di leggerlo e correggerlo, così avrebbero potuto pubblicalo la mattina di Natale!”.

Che emozione hai provato?

“È stato un enorme regalo. Sarebbe stata diversa una pubblicazione anche solo il giorno prima o il giorno dopo. Per quella foto sono andato alla ricerca della perfezione a livello geometrico e geografico. Ma era giusta anche la luce, la fase lunare e le cromie… Con un’altra Luna non sarebbe stata la stessa cosa. Quella fase lunare ha dato qualcosa in più”.

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La passione per la Luna quando è nata?

“Ho cominciato dieci anni fa e la passione per la luna è nata quasi subito. Quando ho cominciato a scattare non avevo una lente adatta. Con il mio obiettivo 18-55 neanche ci provavo a scattare. Con l’acquisto del mo primo teleobiettivo, per quanto discutibile, ho cominciato a farlo.

Ho cominciato con la Luna in cielo, ma era sempre uguale e allora ho cominciato ad ambientarla, a trovare proporzioni e geometrie insieme agli alberi, ai monumenti. Man mano ho cominciato a fotografare anche altre corpi, la Via Lattea, anche se non sono un astro-fotografo”.

Prossimo obiettivo?

“Fotografare la ISS che passa davanti alla Luna”, conclude Valerio Minato.

Potete seguire Valerio Minato su Instagram @valeriominato e Facebook @valeriominatoph

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angela iantosca

Giornalista, Capo Redattrice di Economia dello Spazio Magazine,Economia del Mare Magazine,Space&Blue, Vivere Naturale Magazine.