Space&Blue, Comparini: Una nuova leva economica

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Space&Blue Magazine: Intervista a Massimo Claudio Comparini,
AD di Thales Alenia Space Italia, dal 5 settembre 2024 Chief SpaceBusiness Officer di Leonardo e Presidente del CdA di Thales Alenia Space


L’interconnessione tra l’Economia dello Spazio e l’Economia del Mare lascia intravedere potenzialità di sviluppo importanti per l’Italia. Qual è la sua visione in merito? E quali aree di sinergia intravede?

Io distinguo due grandi aree: una è quella tecnologica. Ad esempio, nel riflettere su uno dei temi che stiamo sviluppando ultimamente, quello dell’esplorazione di ambienti ostili e remoti, sia con l’uomo che con sonde e sistemi robotici, c’è tutto un set di tecnologie che, certamente non puoi applicare una ad una, ma sulle quali poter sviluppare e mutuare delle sinergie.

Un esempio è la visione artificiale. Su un pianeta, la conoscenza dell’ambiente circostante avviene attraverso camere e elaborazione; nelle profondità marine, anche se non applicabile direttamente, si possono utilizzare sensori per ricostruire un modello dell’ambiente circostante, con processamento dati e intelligenza artificiale per costruire gemelli digitali e capire come muoversi.

Dall’altro punto di vista, è importante consentire all’uomo di lavorare in cooperazione con macchine in ambienti che richiedono sia isolamento e pressurizzazione, come nello spazio, sia resistenza a incredibili pressioni, come nelle profondità marine. Dal punto di vista tecnologico, ci sono molti aspetti da analizzare dove le comunità scientifiche e industriali potrebbero creare occasioni di incontro e brainstorming tecnologico per sfruttare al meglio queste sinergie.

Mare e Spazio sono due contesti in cui l’Italia, il primo per collocazione geografica, l’altro per collocazione storica, gioca già oggi un ruolo importante; mettendoli insieme può avere un ruolo ancora più accresciuto.

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Si può quindi lavorare affinché l’interconnessione spazio-mare diventi una vera e propria economia?

Penso di sì. Faccio un esempio: è chiaro che la costellazione IRIDE sarà molto importante per creare dei modelli e un gemello digitale del territorio e delle infrastrutture.

Uno dei servizi è l’analisi del punto di costa e la sorveglianza marittima. Immaginiamo di dare continuità a una rappresentazione e a un modello digitale di ciò che sta sopra e sotto la superficie. Questo è un elemento molto importante per il monitoraggio del mare attorno a noi, un ambiente fondamentale. Questo esempio dimostra come la continuità tra i settori possa servire da leva economica, con un settore che funge da moltiplicatore per l’altro e viceversa.
Ad esempio, la start-up WSense sta esplorando la possibilità di connettere la sensoristica subacquea con quella di superficie, aprendo molte potenzialità.

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Uno degli elementi più volte citati è sicuramente quello dell’osservazione della Terra. In che modo contribuisce allo sviluppo dell’economia del mare già oggi?

Ad esempio, il monitoraggio delle rotte artiche o di nuove rotte che potrebbero aprirsi evidenzia l’importanza dell’osservazione della Terra combinata con la fusione dei dati di navigazione di Galileo. Questo è fondamentale per il traffico mercantile, senza considerare le applicazioni militari e di difesa.

Ricordo che ai tempi di E-geos si studiavano i diversi pattern di traffico – mercantile, passeggeri, ecc. – fornendo analitiche cruciali per comprendere l’economia del mare e come questa stia cambiando rispetto alla geopolitica e alla diversa influenza dei Paesi.
Ci sono anche elementi contigui di sinergia rispetto alla sostenibilità: l’ottimizzazione delle rotte è molto importante.

Penso che ci sia certamente, anche un layer di sinergia tecnologico con l’underwater profondo e una contiguità strategica tra l’ambiente marino e quello spaziale. Inoltre, c’è tutto un mondo di superficie, altrettanto rilevante da un punto di vista economico, dove le tecnologie spaziali possono fornire al mondo marino una quantità incredibile di informazioni.

Ad esempio, il monitoraggio delle acquaculture è un’area in cui le tecnologie spaziali possono fare la differenza, contribuendo a un’economia marittima più avanzata.

Senza dimenticare la parte di sostenibilità legata al monitoraggio delle temperature degli oceani piuttosto che dei fenomeni naturali.

Certamente. Ad esempio, una delle nuove missioni di Copernicus, guidata dall’Italia, è CIMR (Copernicus Imaging Microwave Radiometer), un programma con una serie di radiometri dedicato allo studio della temperatura e della salinità della superficie marina e della concentrazione dei ghiacci marini. In Italia, abbiamo un ruolo centrale, contribuendo con la nostra tecnologia. Thales Alenia Space è il primo contraente, OHB Italia il partner principale per lo strumento e HPS (High Performance Space Structure System GmbH) per il riflettore dell’antenna. Le prestazioni di misurazione del CIMR sono all’avanguardia a livello mondiale.

Lo scorso anno è stata lanciata anche una missione importante della NASA chiamata SWOT (Surface Water and Ocean Topography), che consente per la prima volta di analizzare il ciclo delle acque in 2D, includendo sia la componente superficiale sia quella di profondità, andando quindi sul volumetrico del ciclo delle acque.

Questi sono tutti elementi cruciali per la costruzione dei Digital Twin Earth, modelli digitali della Terra fondamentali per la sostenibilità, la salubrità dei mari e delle acque, e il monitoraggio delle coste. Tutto ciò è di fondamentale importanza per l’Italia.

L’Italia può giocare un ruolo di leadership globale anche perché ospita un’azienda che si chiama Thales Alenia Space Italia.

Che ruolo TASI può contribuire a rafforzare questo processo di interconnessione?

È chiaro che per generare informazione hai bisogno di sensori e Thales Alenia Space Italia costruisce satelliti e sensori… su IRIDE ad esempio costruiremo 12 satelliti radar per un segmento della costellazione.

Le nostre tecnologie servono sia per i sistemi di posizionamento e monitoraggio dell’ambiente, incluso quello marino, sia per studiare ambiti di applicazione incrociata come la tecnologia robotica, la visione artificiale e il controllo a distanza delle missioni. Ad esempio, il centro operativo di Altec gestirà il Rover su Marte, e quindi abbiamo una serie di professionalità che aiutano a gestire missioni robotizzate, oltre allo sfruttamento, impacchettamento e processamento della grande mole di dati recuperati.

Un altro elemento trasversale è il digitale, che sarà fondamentale anche per l’ambiente marino e underwater, analogamente all’ambito spaziale.

Quali sono le aree più importanti in cui investire prioritariamente per rafforzare questa integrazione tra i tuoi ambiti?

Intelligenza artificiale, robotica e capacità di gestione autonoma, perché no di flotta e di sensori. Digitale nel senso capacità di ricostruire digitalmente il contesto, quindi gemelli digitali.

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Spazio-mare-Roberta-Busatto_

Giornalista, specializzata in Economia dello Spazio, in Economia del Mare e in Mindfulness - istruttrice MBSR. Dal 2004 si occupa di Aerospazio e dal 2011 di Economia del Mare. Dirige Economia dello Spazio Magazine, Economia del Mare Magazine e Space& Blue Magazine, oltre a seguire le relazioni istituzionali ed esterne in questi settori per importanti stakeholder. Ideatrice del Progetto "Space&Blue Made in Italy" con il suo Forum Space&Blue e del Progetto "Blue Forum Italia network".