Space&Blue, Cristina Leone: Il multi-dominio è la sfida nelle operazioni future

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Space&Blue Magazine. Intervista a Cristina Leone, Presidente Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio CTNA.

L’interconnessione tra l’Economia dello Spazio e l’Economia del Mare lascia intravedere potenzialità di sviluppo importanti per l’Italia.
Qual è la sua visione in merito? E quali aree di sinergia intravede?

L’Economia del mare è strumento chiave per una crescita sostenibile dei settori economici che dipendono da esso, come il turismo, i trasporti marittimi, la pesca e l’energia offshore per esempio, aprendo più prospettive e creazione di posti di lavoro in Italia. La Space Economy e la Blue Economy si integrano perfettamente nella promozione del monitoraggio ambientale, della sicurezza e sorveglianza marittima, della gestione delle risorse e dei cambiamenti climatici, in quanto l’ambiente marino è caratterizzato da parametri in rapida evoluzione, il cui controllo richiede innovazione, tecnologie e un tempo reale su larga scala.

Lo spazio costituisce quindi un’importante fonte di informazioni e crea valore per il settore dell’economia del mare. I satelliti possono fornire dati su temperature, correnti, livelli del mare e qualità dell’acqua, aiutando a monitorare lo stato del mare e degli oceani e a prevenire eventi estremi. Ad esempio, monitorare lo scioglimento dei ghiacci permette di evitare impatti sugli insediamenti costieri.

L’integrazione di dati marini ottenuti dai satelliti, elaborati con algoritmi di intelligenza artificiale consente l’individuazione di rotte a minor consumo, incrementando la sicurezza, tramite il monitoraggio del traffico marino. I satelliti sono essenziali per le comunicazioni e il coordinamento delle operazioni di soccorso in mare, fornendo informazioni tempestive in caso di disastri naturali. Inoltre, i satelliti possono aiutare a combattere la pesca illegale. Si può concludere che la collaborazione tra il settore marittimo è la chiave per supportare soluzioni innovative che sfruttino le tecnologie spaziali, diventando moltiplicatore importante per le due economie.

In quale direzione ritiene prioritario investire affinché l’integrazione tra i due asset strategici possa rafforzare la crescita del nostro Paese?

Io ritengo che sia importante investire con continuità. Grazie ad una politica illuminata che ha puntato negli anni sul settore spaziale e agli ingenti investimenti realizzati sino ad oggi, l’Italia è stato il primo Paese europeo a lanciare un satellite; oggi ha una consolidata presenza di primo piano a livello globale, in tutti i segmenti di attività: osservazione, comunicazioni, scienza, infrastrutture abitate, lanciatori e sull’intera catena del business, dalla manifattura, alla gestione operativa delle infrastrutture e delle missioni (centri spaziali), fino allo sviluppo e fornitura di applicazioni e servizi.

La Space Economy combinata con la trasformazione digitale è probabilmente uno degli esempi più interessanti della quarta rivoluzione industriale. Il driver dei servizi non solo ha determinato una transizione, in via di compimento, da una industria puramente technology-push a un settore market-driven, ma ha abilitato la costruzione di nuovi modelli e piani di business, che favoriscono investimenti pubblico-privati per la costruzione delle infrastrutture abilitanti e rendono possibili le ricadute su tutta la catena del valore.
L’Economia del Mare è sicuramente un candidato a seguire lo stesso percorso di sviluppo, grazie al Piano del Mare ed al collegato alla legge di bilancio che ribadiscono la strategicità del settore.

Che ruolo può giocare l’Italia nel contesto globale investendo in questa integrazione? E come il CTNA può contribuire?

L’Italia ha una posizione geografica privilegiata, con una costa di oltre 7.000 km. Il mare rappresenta quindi una risorsa strategica per il nostro Paese. Lo spazio è per sua natura cross-settoriale, per cui è in grado di contribuire all’innovazione di altri settori, nello specifico quello del mare. I servizi che si possono generare a favore degli operatori pubblici e privati integrando le informazioni dai due settori abilitano nuove opportunità di business e la nascita di nuove imprese. Affinché si possano raggiungere posizioni di leadership globali è necessario investire nell’innovazione tecnologica, per rispondere alle sfide emergenti e alle mutevoli esigenze del mercato e nell’internazionalizzazione del comparto della blue economy.

È inoltre importante intensificare le collaborazioni con le agenzie spaziali e marittime partecipando a programmi internazionali. Il CTNA può contribuire a favorire questa integrazione attraverso la messa in rete delle migliori competenze che insistono nelle realtà locali, condividendo una roadmap di sviluppo nazionale, dialogando con il Cluster Big, e promuovendo le esigenze e le opportunità verso i policy maker nazionali.

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Quali sono le aree tecnologiche che ritiene abbiano il maggiore potenziale per sviluppare sinergie tra Spazio e Mare?

Intelligenza artificiale, internet of things, software, big data, analytics, learning. Devono inoltre poter manipolare campioni con bracci robotici, digital twin sono tutte tecnologie, abilitatrici, dello sviluppo dei due settori. Lo spazio ed i fondali marini sono ambienti estremi e ostili: la robotica è sicuramente un’area tecnologica in cui l’Italia può vantare un’eccellenza. I robot devono essere progettati per operare sotto radiazioni, nel vuoto, ad alte temperature, sott’acqua, ovvero ambienti dove operatività e saper prendere decisioni, grazie ad algoritmi avanzati di intelligenza artificiale e macchine learning. Devono inoltre poter manipolare campioni con bracci robotici, per portare sulla terra o in superficie i campioni prelevati.

I sistemi di sorveglianza sono un altro ambito di sviluppo per l’Italia. Integrazione di dati provenienti da sensori in situ e spaziali permette di sviluppare servizi per conoscere e monitorare gli ambienti marini e costieri.

Lei ha parlato dell’importanza di un approccio multi-dominio per avere una conoscenza completa del settore marittimo. Quali sono le principali sfide che devono essere superate per integrare efficacemente i dati provenienti da satelliti, piattaforme aeree, radar costieri e sistemi biometrici?

Il multi-dominio è la sfida nelle operazioni future. L’approccio multi-dominio si basa sui principi di sincronizzazione e interoperabilità tra dati di sensori, processi e attori coinvolti che devono operare, a livello nazionale che internazionale. L’applicazione di nuove tecnologie, la condivisione dinamica dei dati tra domini, supportati dall’intelligenza artificiale, per integrare qualsiasi tipo di informazione disponibile sui sensori in tempo reale, sono necessari per guidare le operazioni militari e future sia civili che militari con la massima efficacia.

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Spazio-mare-Roberta-Busatto_

Giornalista, specializzata in Economia dello Spazio, in Economia del Mare e in Mindfulness - istruttrice MBSR. Dal 2004 si occupa di Aerospazio e dal 2011 di Economia del Mare. Dirige Economia dello Spazio Magazine, Economia del Mare Magazine e Space& Blue Magazine, oltre a seguire le relazioni istituzionali ed esterne in questi settori per importanti stakeholder. Ideatrice del Progetto "Space&Blue Made in Italy" con il suo Forum Space&Blue e del Progetto "Blue Forum Italia network".