Space Dream 2024: all’ASI l’iniziativa ideata dal CTNA per diffondere la cultura aerospaziale nelle scuole

SPACE DREAM 2024 ASI CTNA INAF

Space Dream 2024 iniziativa ideata e promossa dal Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio con il patrocinio e il supporto scientifico di ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) per diffondere la cultura aerospaziale nelle scuole (target di età: studenti e studentesse dai 6 ai 19 anni) è giunta alla giornata finale, in corso presso l’ASI.

Ad aprire i lavori Annamaria Monterisi, Direttore Comunicazione Istituzionale Asi: “Siamo contenti di ospitare questa premiazione che cerchiamo di animare in modo completo e simpatico perché sia una festa. Un premio interessante che viene realizzato da CTNA per il terzo anno consecutivo. Un premio che ci coinvolge come Agenzia Spaziale. Qui è con noi Barbara Negri responsabile dell’Unità Volo Umano. Ci sarà una parte con una finestra aperta sullo spazio e la seconda parte celebrativa dei successi, la parte della premiazione.

Vorrei dire che lo spazio non è il nostro futuro, ma il presente. Parlare con i ragazzi significa fare un discorso per il presente non per il futuro. Così imparate a desiderare, a desiderare orizzonti più bassi nella vita, augurandovi di trovare la vostra strada nel mondo e perché no, nello spazio”

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Cristina Leone, presidente del Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio:

“Credo che Annamaria Monterisi abbia riassunto lo spirito della giornata. Siamo qua perché lo spazio guarda al futuro e voi siete il futuro. Noi speriamo con le attività che facciamo per i giovani di essere d’ispirazione. Di darvi una prospettiva di quelle che sono le professioni che potete fare. Sarebbe bello che guardiate su Youtube le interviste dei nostri astronauti, come la Cristoforetti o Villadei.

Ma nello spazio non esiste solo la professione di astronauta. Si può lavorare nello spazio essendo ingegneri. Ci sono professioni legali, così come lo spazio è un elemento per l’economia e il benessere della società. Ci sono tantissime professioni e noi vogliamo darvi un altro punto di vista. Questo è lo spirito con il quale siamo qui. Quindi abbiamo immaginato di coinvolgere i ragazzi con il gioco, con il gioco che avesse dietro risorse didattiche, un compendio di notizie e informazioni che aumentassero la vostra conoscenza e con questo spirito abbiamo iniziato questa avventura e ci fa piacere vedere tante classi che partecipano e che portano avanti questo progetto di futuro spaziale”.

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Cristina LeoneCTNA

Ad aprire la mattinata Amalia Ercoli Finzi, in collegamento.

“Sono felice di essere con voi a condividere questa cerimonia di premiazione. Di tutti i lavori arrivati, alcun sono stati scelti per il premio, ma erano tutti belli! Senza preparazione, senza studio, senza impegno non si fa niente: questa è una lezione che voglio mandare ai ragazzi.

L’Italia è stato il terzo paese al mondo – quarto la Francia – ad entrare nell’attività spaziale: Russia, America e Italia. Quindi i vostri genitori hanno partecipato, hanno capito immediatamente quali rano i vantaggi dello spazio, perché erano intelligenti e noi italiani siamo intelligenti. Noj è solo il problema di trovare i vantaggi per l’Umanità. con i satelliti mandati nello spazio si hanno vantaggi per tutti. ma noi soprattutto facciamo l’esplorazione spaziale! Siamo come gli antichi esploratori che andavano a cercare le sorgenti del Nilo. Lo spirito della ricerca noi lo abbiamo nel cuore. Voi siete il domani dicono tutti: voi siete il presente, il domani e il dopodomani.

Voi avete il compito di portare avanti ciò che abbiamo seminato. Ognuno di voi è una nicchia di eccellenza. In ciascuno di voi ci sono capacità per fare qualcosa di eccezionale. Basta trovarlo, con l’aiuto di chi avete intorno. Quella parte che era deputata ad imparare è già finita: si esaurisce nei primi tre anni, nei primi 1000 giorni. Ognuno di voi è speciale e merita attenzione da parte dei genitori e degli insegnanti. E se non lo fanno, arrabbiatevi!”.

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Amalia Ercoli Finzi in collegamento dal luogo di villeggiatura

Space Dream 2024, Barbara Negri: la vita di un astronauta

Nel corso della mattinata è intervenuta Barbara Negri responsabile dell’Unità Volo Umano che ha parlato di diversi aspetti della vita nello spazio, a cominciare dalla vita di un astronauta.

“Vediamo come è la vita di un astronauta: è divisa in tre settori temporali. Immaginiamo che dobbiamo capire molto bene che la divisione di una giornata è artificiale. La Stazione Spaziale ogni 90 minuti fa un giro intorno alla Terra. Ogni ora e mezza, quindi, gli astronauti hanno un’alba e un tramonto.

Quindi se guardiamo gli astronauti vivono 16 albe e 16 tramonti in un giorno. Per questo non possiamo tarare la giornata come se fossimo sulla Terra. Io ho lavorato in Kenya a Malindi: nei villaggi hai 12 ore di luce e 12 ore di buio, quindi le persone si basano sul ciclo solare. Molti nei villaggi non hanno orologi, quindi ci si regola in base al Sole. L’uomo ha sempre usato il ritmo del Sole per organizzare la giornata.

Nello spazio, invece, gli astronauti si svegliano ad un certo punto della mattina, fanno 4 ore di lavoro, mangiano, continuano il lavoro, devono fare 2 ore di ginnastica (con pesi e molle per non farli svolazzare), lo devono fare perché devono tenere i muscoli stimolati, non essendoci attività fisica che sposti il corpo devi crearlo artificialmente.

Durante il giorno hanno 8 ore che sono comprensive dei pranzi, leggere un libro, guardare la Terra. Il ritmo è lavoro, dormire, mangiare, lavarsi, fare ginnastica, parlare con gli altri, sentire la musica. Molti si portano la loro musica registrata. Cercano di fare una vita normale. E anche il cibo si prova a farlo avere gratificante”.

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“Vediamo anche come dorme un astronauta – continua Barbara Negri -: si sono inventati dei sacchi a pelo appiccicati con il velcro alla parete. Poi c’è il tema dell’igiene personale: per lavarsi voi avete visto che l’acqua si scinde, quindi per lavarsi come si fa? Dal punto di vista della doccia ci sono delle salviette molto grandi impregnate di acqua, hanno dentifrici solubili. Per il bagno è un problema, perché galleggerebbe tutto, quindi hanno sistemi di pompe aspiranti, mettono in funzione prima, si procede e poi c’è un sistema di sanificazione. Non esiste un vero e proprio bagno, ma una zona della Stazione Spaziale che è la toilette, vivono in nove persone e c’è poca privacy”.

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Cosa fanno nell’orario di lavoro gli astronauti?

“Fanno esperimenti – prosegue la Negri -, vengono mandati su con le cargo che vanno e vengono, perché la spazzatura non la smaltisci sulla stazione. Tutti i liquidi vengono riciclati comprese urina e sudore. le cose che si rompono vanno giù e vengono sostituite. Anche gli esperimenti sono automatizzati o no. Vengono de-installati e mandati giù sulla Terra.

Poi riparano in continuazione: sono dei manutentori. La Stazione Spaziale ha varii problemi: spesso è colpita da micro-detriti che arrivano molto veloci che producono piccoli buchetti. Come fanno a capire? Prendono una bustina di te, la aprono e le foglioline vengono risucchiate e vanno ad appiccicarsi in un punto precise della parete e loro vanno lì e hanno una sorta di mastice per tappare il buco. Hanno anche una continua manutenzione dei filtri dell’aria: motivo per cui non si possono mangiare prodotti che si sbriciolano che possono finire ovunque, anche nei filtri. Hanno poi riparazioni da fare…”.

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La manutenzione, infatti, è fondamentale.

“La manutenzione è fondamentale – continua la Negri nel corso dello Space Dream -. Alcuni di loro fanno attività extra-veicolare. Hanno una tuta apposita, un cordone ombelicale che li collega alla stazione. E’ tutto computerizzato anche all’esterno. Gli astronauti quindi escono e fanno manutenzione. In una di queste attività Parmitano ebbe un grande problema: di solito escono in due, uno che si allontana e uno che rimane sul portellone, ma ad una distanza visiva. Sono collegati da questo filo, ma devono sempre vedersi. E hanno un codice con il corpo per capire se stanno bene.

Parmitano stava facendo una riparazione, la comandante americana era in supporto. Parmitano ha avuto un problema: hanno uno zainetto che prevede un sistema di refrigerazione per la tuta. un sistema che ha dell’acqua che circola. L’acqua è entrata nel casco. Se fosse arrivata oltre il naso sarebbe morto affogato. Lui non ha avuto crisi, ha fatto dei gesti di pericolo, la comandante lo ha visto, lo ha tirato, lo ha recuperato, lo ha buttato nella stazione spaziale e gli hanno tolto il casco, salvandolo! il lavoro di squadra è fondamentale: cooperazione e fiducia nei partner è fondamentale”.

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Barbara Negri Responsabile Unità Volo umano e Sperimentazione scientifica dell’ASI

Il futuro della Stazione Spaziale allo Space Dream 2024.

“La Stazione Spaziale sta andando in mano ai privati. Ci sono studi cinematografici che vorrebbero girare film sulla Stazione Spaziale che diventerà una appendice della vita sulla Terra. Lo spazio per un essere umano è molto pericoloso, quindi bisogna studiare bene, proteggerlo e le contromisure devono essere efficaci. La Stazione Spaziale è protetta dalle radiazioni, ma sulla Luna non c’è atmosfera e quindi si ha il problema delle radiazioni. Per quanto riguarda il sangue: il cuore ha problemi a pompare nel modo giusto. Sulla Stazione Spaziale ci sono contromisure, per la Luna e Marte no. Per il cervello: ci sono problemi neodegenerativi, i movimenti diversi, i ritmi completamente alterati, oltre al tema del confinamento.

Chi sta per sei mesi sulla Stazione Spaziale sente casa una volta al giorno per 10 minuti oltre a dover stare sempre con altre persone tutto il giorno. Certamente non puoi scegliere le persone, ci sono situazioni di pericolo e il cervello soffre. Poi c’è la parte muscolo-scheletrica: non camminando non si stimola una parte attiva ossea e muscolare. Ci sono diverse difficoltà. Gli astronauti quindi sono molto studiati e protetti”, ha aggiunto la Negri nel corso dello Space Dream.

Come si mangia?

“Gagarin o sulla missione Apollo si mangiavano barrette, cose confezionate con le proteine giuste. Ma la Stazione Spaziale è cambiata: 3 pasti al giorno e un paio di spuntini. Hanno calorie stabilite, 2500 calorie al giorno divise.

Alimenti sicuri, problema della conservazione. Anche se è frequente portare cibo, hanno rifornimento di uno/due mesi, quindi problema della conservazione. Ma il cibo è molto importante perché il cibo incide sul microbioma intestinale. e sappiamo che l’intestino incide sul benessere emotivo. Un benessere a livello digestivo-intestinale incide sul benessere generale.

A proposito di cibi freschi le cose stanno cambiando. Da qualche tempo c’è un sistema che fa crescere un’insalatina, qualche zucchina, quindi a volte hanno cibo fresco: il sistema si chiama Veggy. Ma soffrono molto gli astronauti per la mancanza di cibo fresco. Stiamo quindi lavorando per produrre verdurina, pomodorini nani. Anche in Italia stiamo lavorando molto sul cibo coltivato, ma non terrestre. Un cibo fresco dedicato allo spazio. Se vogliamo andare sulla Luna tutto questo è molto complicato, quindi si dovrà coltivare sulla Luna perché la luna è quasi a 400mila km.

Comunque si stanno studiando serre verticali, idroponiche, ma dovranno essere non troppo grandi. E per Marte siamo in una situazione ancora peggiore della Luna. Ci vogliono dai 7 mesi ai due anni e mezzo per andare su Marte. Quindi non è facile. Gli architetti stanno pensando a serre permanenti.

Ma quanto consuma un astronauta in termini di metabolismo? Un kg di ossigeno che deve essere portato, un kg di cibo disidratato e 3 kg di acqua sia per bere che per lavarsi. Se una missione a Marte dura due anni circa, ma di solito 2 anni e mezzo/3 ci vogliono 2700 kg di cibo e 2400 kg di acqua. Quindi Marte è davvero un’impresa!”.

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La coltivazione delle piante sulla Stazione Spaziale

L’uomo e il sogno delle stelle: le domande dei ragazzi

Prima delle premiazioni finali, la mattinata dello Space Dream 2024, prosegue con le domande degli studenti rivolti alla Finzi e alla Negri sullo spazio, i detriti, i voli, il tempo necessario per arrivare sulla Luna, sullo studio, sul cibo, l’inquinamento. E anche sul sogno delle stelle.

“Che cosa distingue l’essere umano che ragiona? La conoscenza e il desiderio della conoscenza e sapere cosa c’è, in particolare nell’universo. Spero che un giorno potremo soddisfare quel desiderio che avevo da bambina: quando vedevo le stelle, tracciavo dei cammini tra una stella e l’altra e pensavo di scalarle… voi un giorno ci arriverete”.

Negri: “Perché l’Homo Sapiens ha voluto sapere cosa c’era dietro? Era in Africa. Poteva rimanere lì. Ma noi abbiamo la curiosità che definisce la specie Homo Sapiens. Cosa c’è di più curioso di capire cosa c’è lassù?”.

Space Dream iniziativa ideata e promossa dal Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio

Space Dream, iniziativa ideata e promossa dal Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio con il patrocinio e il supporto scientifico di ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) per diffondere la cultura aerospaziale nelle scuole (target di età: studenti e studentesse dai 6 ai 19 anni) è giunta al suo termine per questa Terza Edizione.   

Nell’Edizione 2024 un focus speciale sul Programma IRIDE, uno tra i più importanti programmi spaziali satellitari di Osservazione della Terra, che sarà realizzato in Italia su iniziativa del Governo grazie alle risorse del PNRR e sarà completato entro il 2026 sotto la gestione dell’ESA – European Space Agency – e con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

Novità di quest’anno “SPACE DREAM IN ACTION”, spin off di SPACE DREAM che invita gli studenti a partecipare ad un quiz spaziale! 

angela iantosca

Giornalista, Capo Redattrice di Economia dello Spazio Magazine,Economia del Mare Magazine,Space&Blue, Vivere Naturale Magazine.